Lettera del direttore - Gennaio 2025

“Con Don Bosco pellegrini di Speranza”

Carissimi, ci stiamo preparando alla grande festa di Don Bosco che per noi sarà una doppia festa: Venerdi 31 a Valdocco e Domenica 26 a Rivoli. Don Bosco non fu solo un santo educatore del XIX secolo, ma è anche un profeta del nostro tempo. La sua pedagogia del cuore, fondata sull’amorevolezza, sulla ragione e sulla religione, ci offre ancora oggi strumenti preziosi per affrontare le sfide educative e pastorali del mondo contemporaneo.

1. La centralità della persona Don Bosco ci insegna che ogni giovane è portatore di un tesoro unico. Nella sua opera educativa, poneva al centro il ragazzo con le sue potenzialità, i suoi bisogni e i suoi sogni. In un tempo come il nostro, segnato da solitudine, incertezze e crisi identitarie, il suo metodo ci invita a guardare ogni giovane con gli occhi della speranza. Non dobbiamo mai smettere di credere nella possibilità di trasformazione e di crescita, anche nelle situazioni più difficili.

2. Educare alla fede e ai valori Per Don Bosco, la crescita umana e spirituale andavano di pari passo. La sua pedagogia si fonda sull’idea che il cuore del giovane si apre a Dio quando viene accolto con amore e stimolato a vivere i valori cristiani. Oggi siamo chiamati a proporre una formazione etica e spirituale che non si limiti alla trasmissione di nozioni, ma aiuti i giovani a scoprire il senso della loro vita e a impegnarsi per il bene comune.

3. La forza della gioia e del gioco Per Don Bosco, il cortile era luogo di incontro, di festa e di crescita. Egli credeva fermamente che un giovane felice è un giovane che può crescere bene. La gioia è una chiave educativa fondamentale, capace di rendere l’oratorio e ogni ambiente educativo una “casa che accoglie”.

4. Attenzione ai più fragili Don Bosco dedicò la sua vita ai ragazzi più poveri e abbandonati, offrendo loro un futuro fatto di dignità e speranza. Anche oggi, siamo chiamati a farci prossimi a chi è in difficoltà: i giovani che vivono situazioni di disagio sociale, economico o affettivo. Il suo esempio ci sprona a costruire una comunità accogliente e inclusiva, dove nessuno si senta escluso.

5. L’importanza della relazione educativa Il sistema preventivo di Don Bosco si fonda su una pedagogia relazionale. L’educatore è chiamato a essere presente, a camminare accanto ai giovani, diventando per loro un punto di riferimento. “Non basta amare i giovani, essi devono sapere di essere amati”, ripeteva sempre. Questa frase ci sfida a costruire rapporti autentici e significativi con i ragazzi, anche nel nostro oratorio e nelle nostre famiglie, luoghi privilegiati per l’educazione integrale.

Don Bosco ci accompagni in questo cammino per le mani di Maria Ausiliatrice!

don Gianmarco Pernice