Carissimi,
abbiamo appena concluso il mese missionario, un grazie di cuore a chi ha dato una mano nella realizzazione degli incontri e delle varie iniziative che sono state messe in campo dai vari gruppi e associazioni.
Ci hanno fatto un gran bene!
Novembre non è solo il “mese dei morti”.
Novembre è il mese dei SANTI!
Per noi salesiani questo è un aspetto molto importante perchè don Bosco parlava spesso di Santità ai ragazzi.
Per lui la Santità era un obiettivo accessibile a tutti,
non qualcosa di riservato solo a pochi eletti.
La santità è una vocazione quotidiana che si esprime nella gioia, nella semplicità della vita e nella fedeltà ai propri doveri. “Rendete straordinario l’ordinario”.
Ecco gli ingredienti della Santità:
1. Gioia e allegria: La santità non è vista come un peso, ma come una fonte di felicità. Don Bosco ripeteva spesso: “Servite il Signore con allegria”.
Per lui, essere santi significava essere felici, perché si vive secondo il Vangelo
e in armonia con Dio.
2. Fedeltà ai propri doveri: Don Bosco insisteva sul fatto che la santità non richiede
atti straordinari, ma il compimento fedele e amorevole dei propri doveri quotidiani,
sia religiosi che professionali o familiari.
3. Preghiera e sacramenti: La santità si nutre della preghiera e dei sacramenti, soprattutto dell’Eucaristia e della confessione, che per Don Bosco erano i pilastri della vita spirituale.
4. Amore per gli altri: La carità verso il prossimo, in particolare verso i giovani e i poveri. Vedeva nell’aiuto concreto agli altri un modo per vivere il Vangelo.
5. Evangelizzazione e missione: Per Don Bosco, la santità implica anche un impegno nell’annunciare il Vangelo, specialmente attraverso l’educazione dei giovani e la promozione della giustizia sociale.
Abbiamo parlato di don Bosco ma sono tanti i santi che la pensavano in questo modo perché avevano capito il profondo messaggio del Vangelo e hanno cercato di metterlo in pratica con la loro vita.
Madre Teresa diceva: "La santità non è un lusso per pochi ma un semplice dovere per te e per me. In effetti se impariamo ad amare, impariamo anche ad essere santi". Teresina di Lisieux scriveva: “Dio non ha bisogno delle nostre opere ma solamente del nostro amore”. Francesco D’Assisi affermava: “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”.
Francesco Di Sales scriveva: “Tra il libro del Vangelo e i santi c’è tutta la differenza che corre tra la musica scritta e la musica cantata”.
Allora cosa stiamo aspettando? Con l’aiuto di Dio anche noi potremmo diventare una fantastica sinfonia, una magnifica opera d’arte, l’ordinario che si trasforma in straordinario: capolavori umani provenienti dalle mani di Dio.